Gli pneumatici in Formula 1

Gli pneumatici giocano un ruolo fondamentale nelle auto di Formula 1. Oltre a trasmettere importanti sensazioni al pilota sulle condizioni di asfalto e di grip, permettono alle vetture di scaricare a terra gli oltre 1000 cavalli di cui le monoposto moderne sono dotate. Questo articolo tratta temi molto comuni e più volte menzionati durante le telecronache delle gare: graining, finestra di temperatura, blistering, bloccaggio, marbles ed asfalto gommato.

Nelle competizioni sportive, ed in particolare in formula 1, le scuderie hanno a disposizione diverse mescole di gomma che differenziano le une dalle altre in base alla durezza. Gomme più morbide assicurano maggior aderenza ma minore durata. Gomme più dure permettono sessioni più lunghe, ma con un livello di aderenza più basso

Gomme_formula1

La struttura interna di uno penumatico è composta da materiali metallici e sintetici, che conferiscono a quest’ultimo la solidità necessaria per resistere alle enormi sollecitazioni a cui è sottoposto. La sezione a contatto con l’asfalto è detta battistrada

Così come ci si riscalda sfregando le mani; le gomme in curva aumentano di temperatura a causa dell’attrito. Riscaldare le gomme permette ai piloti di raggiungere una finestra di temperatura in cui gli pneumatici esprimono la maggior prestazione possibile in termini di aderenza. Una gomma che si riscalda o si raffredda, modifica la struttura chimica della gomma stessa. Per fare un’analogia, il fenomeno interessato è simile alla cottura del pane. La struttura di una gomma riscaldata, sarà per sempre diversa da quella di uno penumatico nuovo e mai usato. Prima di una partenza, è solito vedere piloti fare traiettorie strane prima di schierarsi in griglia di partenza. Il loro intento è quello di riscaldare le gomme e portarle alla temperatura di utilizzo. Quando la gomma è calda, aderisce meglio all’asfalto, offrendo una migliore trazione.

Il blistering

 Un buon pilota deve essere capace di tenere le proprie gomme nella giusta finestra di utilizzo, infatti se le gomme si surriscaldano, la struttura interna diventa più calda di quella esterna; dando origine al fenomeno del blistering (vesciche). Il blistering consiste in piccoli pezzi di battistrada che si staccano, inficiando quindi la struttura di quest’ultima.

blistering

Il graining

Se la superficie della gomma esterna è più calda di quella interna, il battistrada può essere soggetto ad abrasione, soprattutto nelle curva veloci. Questo fenomeno è conosciuto come graining e rende la superficie delle pneumatico granulosa, simile alla buccia di un’arancia. Così facendo la gomma non ha più una superficie pulita con cui aderire sull’asfalto. Il graining causa una perdita di aderenza.

graining

In generale uno pneumatico degradandosi, deposita sul tracciato residui di gomma conosciuti con il nome di marbles. Per un pilota andare sul lato sporco della pista è assolutamente svantaggioso, infatti per lo stesso motivo legato al graining, riducono l’aderenza in pista. I residui di gomma sul tracciato non vanno confusi con l’asfalto gommato. In genere quando una vettura gira sul tracciato, sulla traiettoria ideale lascia piccole quantità di gomma. Più auto girano in pista, più la traiettoria ideale sarà gommata. L’asfalto gommato offre maggior aderenza rispetto a quello pulito. 

Il bloccaggio ( o flat spot)

Il flat spot si verifica quando in frenata la ruota si blocca. Idealmente una ruota dovrebbe sempre ruotare anche in frenata, così facendo la vettura può continuare a sterzare e frenare in minor spazio. Durante un bloccaggio la gomma scivola sull’asfalto, e così come si grattugia il formaggio, la sezione a contatto col tracciato, diventa piatta. Una ruota che presenta un “lato” piatto, può causare vibrazioni che inficiano sulla guidabilità ed aderenza

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